Non è facile definire Daniel Spoerri in poche parole, certamente rappresenta uno dei maggiori maestri nell’arte contemporanea nel ready made, nell’utilizzo di oggetti di riuso oggetti, di scarto della società industriale ai quali dona una nuova vita, e spesso anche nuovi valori comunicativi. Lo dimostrano i suoi celebri ‘quadri trappola’; ma Spoerri si è dedicato a moltissime altre esperienze artistiche. È l’inventore della ‘eat art’ – arte commestibile, che ha promosso nella sua galleria eat art a Dusseldorf nello stesso stabile dove aveva aperto un ristorante nel quale sono nati tanti tableaux pieges (quadri trappola). Ai banchetti ha dedicato performance, eventi, opere fino alla più recente fusione Bronzoa in memoria della sua celebre azione di scavo condotta con rigore archeologico dissotterrando una ‘déjeuner sous l’herbe’ happening condotto 50 anni prima a Parigi. Dunque Spoerri è una inesauribile fonte di iniziative attorno all’opera d’arte ready made in molteplici accezione. L’opera sua più impegnativa, totale e immersiva resta tuttavia il parco di sculture del Giardino.
Qui si intrecciano molti aspetti autobiografici di Spoerri: attraversare il Giardino per i suoi sentieri offre tanti messaggi e impressioni: la scoperta, il senso del labirinto, della sorpresa, dell’aspettazione, della incertezza, sono tutti momenti che si alternano e susseguono durante la visita alla scoperta delle opere di Spoerri stesso e di quelle che come un regista di una mise en scene ha disseminato per i declivi del Monte Amiata da questo lato assolato e dolcemente ondulato. Sono moltissimi gli artisti presenti con un loro intervento, talvolta più di uno, donato alla Fondazione Il Giardino di Spoerri. Sono gli amici incontrati nell’arco della vita e ricompongono un ampio spettro dell’arte contemporanea internazionale europea fra XX e XXI secolo.
Se dunque attraverso la visita si ripercorre la biografia di Spoerri, si incontrano anche messaggi universali che le opere suggeriscono attraverso la poetica dell’artista e i temi ampi dell’umanità che le opere richiamano. Per questo il Giardino è stato letto anche come un moderno Viaggio di Poliphilo.
Si incontrano sia opere scultoree, molti bronzi sempre caratterizzati dall’assemblaggio di oggetti di scarto (ready-made), sia interventi a carattere ambientale, dove il radicamento allo spazio e al contesto circostante è componente essenziale dell’opera come nel Sentiero labirintiforme, o in Onphalon Il recinto dei liocorni. Non mancano i distintivi quadri-trappola, appesi ai muri esterni del borgo al centro del Giardino.
Tutto il percorso è pervaso da un senso di magia e dalla contraddizione disorientante fra l’equilibrio precario che spesso suggeriscono gli interventi artistici e d’altra parte la loro consistenza materica, per la maggior parte realizzati in bronzo, resistenti dunque al movimento ciclico e costante della natura che li ospita e rappresenta un contenitore museale vivente. Il senso di ‘bilico’ e di precario equilibrio che spesso predomina i segni artistici deriva dalla prima passione ed impegno artistico performativo del giovane Spoerri, la danza moderna, il teatro e il mimo, ai quali si dedicava nella Parigi della fine degli anni Cinquanta grazie ad una borsa di studio dello stato svizzero ottenuto per i suoi meriti di danzatore moderno, primo ballerino del Stadttheater di Berna.
A questa prima passione e dedizione si sostituì, quasi per ‘caso’, la scelta di diventare artista.
Quando nel 1960 il critico Allain Jouffroy entrò nella minuscola stanza affittata dal giovane svizzero (in verità nato in Romania, a Galati, il 27 marzo del 1930, da padre tedesco ebreo e da madre svizzera) presso l’Hotel Carcassone in Rue Mouffetard –– che straripava alle pareti di tavole e piani di appoggio sfidanti il principio di gravità con oggetti e apparecchiature incollati sopra, non credette ai propri occhi e pensò di sognare, di entrare in una realtà rovesciata. Fu una prima intuizione di Spoerri che divenne subito la sua arte: quei tableaux pièges (quadri-trappola) furono rapidamente venduti dal gallerista Arturo Schwarz a Milano e Spoerri entrò subito nel sistema artistico fra i componenti del movimento Nouveau Réalisme il cui manifesto fu scritto da Pierre Restany e firmato insieme a Spoerri da altri celebri artisti: Christo, Yves Klein, Arman, Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely.
Anche il Giardino nasce come declinazione complessa e articolata dalla prima casuale intuizione di intrappolare la vita in uno spazio quotidiano, una tavola, rovesciato con forte senso di contraddizione, proprio anche dell’esistenza e del mondo, in una sorta di espressione libera, catapultata sulla scena artistica.
Anna Mazzanti